Il diritto al consenso informato,  la consapevole adesione del paziente al trattamento deve poter essere rispetatto anche nel fine vita. Ciò attiene al fondamentale diritto alla auotodeterminazione del paziente (Consenso informato). Nel fine vita, in caso di disposizioni anticipate di trattamento (Testamento Biologico) occorre fare una attenta disamina.

Infatti, mentre la prestazione oggetto del consenso se non correttamente eseguita da luogo a lesione alal salute; l’omesso consenso comprota violazione del diritto alla autodeterminazione.

Partendo da questo assunto, l’autodeterminazione diventa quindi principio-limite: (caso Englaro Cons. Stato n.4460/2014) (LEGGE FINE VITA) : la cura non è principio autoritativo ma si declina secondo un principium individuationis che è espressione del valore personalistico tutelato dalla costituzione.

Il principio della volontarietà dei trattamenti sanitari attraversa tuto il dibattito recente in merito al consenso informatofine vita e alle disposizioni anticipate (Corte Costituzionale n.242/2019).  Da qui discende la imprescindibili del consenso, così come la insuperabilità del dissenso. L’art. 1 della legge n. 219/2017 tutela il “diritto alla vita. alla salute, alla dignità e alla autodeterminazione”…Viene stabilito che nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo di consenso libero e informato della persona interessata. Sono salvi i casi previsti dalla legge.

Il paziente non può infatti esigere trattamenti contrari alle norme di legge e deve tenere conto degli obblighi professionali del medico curante.

Emerge chiaramente la frattura tra la norma di legge e la pratica medica. Esistono zone d’ombra che si cercano di superare. Il soggetto di diritto è il paziente, persona capace di agire, che può rinunciare o rifiutare la cura. Il medico è tenuto a rispettare la volontà del paziente e ciò lo esenta da responsabilità civile o penale. Va detto che il rifiuto del paziente non può diventare abbandono in toto della cura. Il medico deve infatti adoperarsi per alleviare le sue sofferenze essendo proibita ogni ostinazione.

Unica eccezione al principio delle cure è data dalle situazioni di emergenza. Tutti quei casi in cui le condizioni cliniche non consentono di reperire il consenso. Altro aspetto fondamentale che emerge è il momento del reperimento del consenso. Non può ridursi a mero a sto formale, ma fa parte del tempo della cura. La relazione di comunicazione tra medico e paziente è l’ambito nella quale devono essere fornite tutte le informazioni: prognosi, complicazioni, alternative etc… Così, le disposizioni anticipate di trattamento tale comunicazione deve essere fornita nel modo più chiaro possibile perché siano rispettate nel fine vita.

La nomina di un fiduciario attraverso la disposizione anticipata di trattamento avviene per atto pubblico o scrittura privata autenticata o consegnata all’ufficiale di stato civile. Il fiduciario deve accettare la nomina e può anche rinunciarvi. Il disponente può revocare la disposizione in ogni momento. Il ruolo del fiduciario è fondamentale per la interpretazione della volontà del disponente. Sopratutto nel caso di incapacità sopravvenuta. Infatti, non sempre la situazione ipotizzata corrisponde a quella del caso concreto. Tra l’altro, nel frattempo, potrebbero essere intervenute cure nuove che non urtano le disposizioni e le bontà ivi contenute. Le disposizioni nel fine vita, posso essere disattese in tutto o in parte solo se incongrue. Ciò significa che fiduciario e medico devono valutare il caso specifico. Questa è una clausola di salvaguardia per il paziente.

E’ fondamentale quindi affidarsi a professionisti esperti in materia per poter predisporre un documento in Lien con le proprie determinazioni.

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